Le punture dell’acaro del tarlo del legno infiammano la pelle. Fai attenzione, un rimedio sbagliato aggrava il problema.
L’acaro del tarlo del legno mi ha fatto entrare in case dove ho vissuto esperienze indelebili. Una forte infestazione di questi acari può lasciare nelle persone un ricordo spiacevole: sono impronte più profonde dei segni che si vedono sulla pelle.
Parlo di Pyemotes ventricosus prendendo spunto da un fatto vissuto un po’ di tempo fa a Firenze. Il breve racconto narra la disavventura di chi ha avuto la casa infestata dai parassiti dei tarli del legno e, suo malgrado, nel tentativo di risolvere il problema, lo ha peggiorato compiendo passi disordinati. E’ un caso che abbiamo risolto.
Acaro del tarlo del legno, il ricordo di un caso risolto
“Posso entrare in casa?”. “Vi ringrazio, finalmente è tornato il sereno!”.
Sono le parole di Cristina che, ancora agitata, si stringeva nelle spalle. Un brivido le si era materializzato in un respiro secco, un ansito fatto a denti stretti.
A stento Cristina controllava la sua inquietudine, cercando di togliersi quel peso di dosso. Dei giorni passati era rimasto un ricordo difficile da dimenticare: i pomfi erano ancora vivi sulla sua pelle, e la prurigine le dava di nuovo il tormento.
Ma dopo aver fatto piazza pulita dell’acaro del legno, la tempesta era passata, e in casa si respirava un’aria nuova.
L’acaro del tarlo del legno provoca pomfi e un forte prurito sulla pelle
Pyemotes ventricosus nella parlata comune è chiamato in tanti modi e di solito lo si ricorda come acaro del legno. La Natura ha pensato ai pesi e ai contrappesi, e questa creatura nell’ambiente naturale contrasta lo sviluppo dei tarli del legno, contribuendo a mantenere l’equilibrio tra le specie. E’ così per tutti i parassiti dei tarli.
Una femmina gravida di Pyemotes immobilizza con il suo veleno una larva di tarlo (di solito si tratta di tarli dei mobili: Anobium punctatum e Oligomerus ptilinoides), e un poco alla volta la consuma uccidendola lentamente. Cibandosi del tarlo si comporta come un predatore. Dal corpo della larva l’acaro ricava il nutrimento per sviluppare la sua prole numerosa.
Potrebbero essere fino a 400 nuovi acari, quasi tutti femmine, che invadono le gallerie dei tarli subito dopo il parto.
Gli acari nascono già adulti, e appena partoriti vanno alla ricerca di una larva sulla quale insediarsi. In questa attività frenetica capita che si riversino fuori dal legno, disperdendosi nell’ambiente.
In questo modo, gli acari vengono a contatto con l’uomo; e si può essere molestati senza un sintomo sospetto.
I nuovi acari sono invisibili, e i pomfi pruriginosi conseguenti alle loro punture compaiono a distanza di alcune ore: per questo è difficile stabilire quale sia l’origine del problema. Gli acari potrebbero vivere anche dentro i ceppi da ardere immagazzinati nella legnaia, e da lì venire trasferiti vicino al camino in salotto.
Un solo acaro può pungere rabbiosamente per alcune decine di volte, causando una dermatite ferace. I numerosi pomfi in parti del corpo coperte dagli indumenti, potrebbero essere determinati da un solo acaro, rimasto intrappolato dentro un indumento indossato.
Gli acari del tarlo del legno si sviluppano spesso dentro le travi antiche infestate dai tarli dei mobili. Sono manufatti dalle superfici porose e sconnesse, con fitte reti di gallerie abitate sia dagli acari che dalle larve dei tarli. Queste popolazioni residuali di acari, sopravvissute a trattamenti antitarlo approssimativi, potrebbero manifestarsi tutt’a un tratto, provocando problemi di salute seri.
L’acaro del legno e il casale toscano
Cristina e Marco abitano in un elegante casolare di campagna vicino a Firenze. La casa era stata consegnata loro come nuova in primavera, dopo una ristrutturazione durata un paio di anni. I lavori avevano stabilito un riordino complessivo dell’edificio, compreso il riassetto delle travi in parte recuperate dai sedimi del vecchio fabbricato.
Il costruttore aveva garantito un efficace trattamento antitarlo, infatti, sui legni dei soffitti era stata data una pennellata generosa di un prodotto antitarlo per travi.
In estate i miei clienti decisero di fare una festa per inaugurare il casale: un’occasione per mostrarlo a parenti e amici. Ma all’indomani del festeggiamento alcuni partecipanti provarono l’effetto di una fertile dermatite, sul tronco e sulle braccia.
Per Cristina e Marco era solo l’inizio di un periodo di preoccupazione, una piaga durata quasi due mesi.
criterio DISORDINATO = NESSUNA soluzione
Da principio il medico si era convinto che fosse un’intossicazione alimentare, ma dopo alcuni esami imboccò un’altra strada avvicinandosi al problema, tuttavia, lo indicò in modo generico come una dermatite provocata da insetti.
Liquidò il caso pensando agli effetti indesiderati della scampagnata di gruppo fatta prima della cena.
Sospettando che il problema provenisse da un ambiente della casa e trovandosi in difficoltà, Marco aveva esaurito decine di bombolette d’insetticida, spruzzate a caso nell’appartamento. Era stata eseguita anche una disinfestazione, suggerita – da un esperto – come trattamento risolutivo. Ma gli acari sembravano aumentare e la casa era diventata un pensiero sgradevole.
La soluzione del problema dell’acaro del tarlo del legno parte dall’analisi
La cruda situazione ha richiesto un approfondimento immediato. Il primo passo è stato quello di mettere ordine nei fatti, e con un’indagine abbiamo raccolto informazioni preziose.
Con un’analisi ambientale eseguita con metodo e in ogni stanza del casale, abbiamo rilevato che il Pyemotes ventricosus proveniva in quantità elevata dalle travi dei soffitti che, nonostante il trattamento antitarlo, erano invase dai tarli.
Dopo la mappatura dell’infestazione i legni dei soffitti sono stati completamente risanati, eseguendo un trattamento che ha ripulito le travi anche dai tarli dei mobili.
Un esame fatto dopo un po’ di tempo dall’intervento ha stabilito che l’infestazione era definitivamente risolta.
Il nostro successo è il risultato di un ragionamento, e di un metodo ben applicato: conoscere il problema consente di ottenere una soluzione rapida e di lunga durata.
Cristina e Marco dopo questa ossessione provocata dalle molestie degli acari, hanno imparato che il problema si risolve solo con un metodo ordinato. La faciloneria di chi si arrabatta o propone soluzioni approssimative, può ingarbugliare una situazione già complicata.