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Acari dei tarli

Gli acari dei tarli sono nemici dei tarli del legno, infatti, uccidono le larve dentro le gallerie.
Per questo motivo li potremmo sentire come nostri alleati in una lotta naturale contro i tarli.
Ma nella realtà gli acari dei tarli pungono anche l’uomo, provocando decine di bolle pruriginose che infiammano la pelle.

I tarli del legno pungono l’uomo?
Tra le domande che mi vengono fatte “I tarli del legno pungono?” è una delle più frequenti. Io rispondo senza esitare: “I tarli sono innocui!”.
Ma con le dermatiti feraci c’entrano di riflesso anche loro, e forse è anche per questo che si fa un po’ di confusione.
In ogni caso, i tarli del legno non hanno né aculei né un apparato boccale capace di mordere o di pungere.

Il dubbio verso i tarli è infondato, ma cos’è che punge la nostra pelle?
A pungere l’uomo sono, invece, gli acari e gli insetti che sono parassiti dei tarli.
Sono piccoli organismi che vivono a scapito delle larve, attecchiscono e si propagano nelle gallerie dentro i manufatti di legno tarlati.
Il contatto tra l’uomo e queste minuscole creature è casuale, avviene quando dai fori dei tarli i parassiti sboccano verso l’esterno, e si disperdono nell’ambiente della casa.
Si può essere punti indossando un indumento o avvicinandosi ad un mobile oppure, stando seduti su una poltrona.
Quando restano intrappolati tra la pelle e gli indumenti intimi ci molestano in modo ostinato, ripetendo le punture sulla pelle più volte e in sequenza.

Di solito, la richiesta di risanamento della casa invasa dai parassiti dei tarli è impellente. Ho affrontato molti casi, e qualcuno aveva perfino abbandonato l’abitazione.

Per prima cosa chiama il medico
Nel caso di una dermatite dovresti contattare il medico, solo lui ti può visitare; l’esperto capace di risolvere il problema interviene dopo.

Ricorda che contro questi patogeni è meglio evitare di spruzzare insetticidi a casaccio, infatti, con un intervento incauto potresti aggravare la situazione.

Parlare dell’acaro del tarlo del legno (Pyemotes ventricosus) da lo spunto per ragionare anche di altri parassiti dei tarli, che possono generare malattie nell’uomo; per questo motivo accennerò anche a Scleroderma domesticum.

Pyemotes ventricosus, l'ostile acaro del tarlo del legno

Pyemotes ventricosus è un acaro minaccioso, quando infesta la casa può pungere anche l’uomo, provocando dermatiti allergiche fastidiose e persistenti.
Negli ambienti domestici e nei luoghi di lavoro, è la prima causa di infiammazioni della pelle provocate da acari o da insetti.

E’ conosciuto con il nome comune di acaro del legno, perché vive specialmente dentro il legno dei mobili, e in quello dei soffitti tarlati.
Questo acaro si moltiplica nell’intreccio di gallerie scavate dai tarli, e si nutre delle loro larve che uccide.

Pyemotes ventricosus viene genericamente chiamato anche acaro del tarlo dei mobili, in quanto è spesso parassita dei tarli che rovinano la mobilia (il riferimento è a due specie di Anobidi abituali: Anobium punctatum e Oligomerus ptilinoides).

Le femmine gravide di Pyemotes ventricosus vivono dentro le gallerie dei tarli. Durante la gestazione il loro corpo si dilata a tal punto, che non consente loro di spostarsi; e restano di fatto rinchiuse dentro il legno, crescendo la prole e nutrendosi della larva che hanno ucciso.

Il contatto tra l’uomo e gli acari dei tarli avviene quando la femmina partorisce, e una moltitudine d’individui nati adulti (al 99% femmine) invadono le gallerie dei tarli alla ricerca di cibo.
Gli acari fuoriescono dai fori del legno, e si disperdono sui manufatti infestati contaminando gli ambienti dell’appartamento.

Se l’infestazione riguarda un mobile, Pyemotes ventricosus può penetrare negli indumenti messi da parte nei cassetti; nel caso di una poltrona tarlata può infiltrarsi nelle imbottiture; oppure, se gli acari escono dalle travi del soffitto, si possono disperdere tutt’intorno nella stanza.

Le giovani femmine vengono fecondate dai fratelli maschi appena nate, ognuna può accogliere fino a 400 embrioni, e questo da l’idea della quantità di acari che in un anno si possono generare a partire da un solo individuo.

L’incontro tra l’uomo e l’acaro del tarlo è accidentale. Trovandosi imprigionati tra gli indumenti intimi, gli acari pungono il nostro corpo in modo obbligato, con un organo a forma di stiletto attraverso il quale iniettano il loro veleno.
Le punture si susseguono sulla pelle, e testimoniano l’ostinazione anche di un solo acaro, che punge ripetutamente provocando decine di pomfi, nel tentativo di paralizzarci.

In molti casi è difficile capire quale sia l’ambiente infestato dagli acari dei tarli, per il fatto che le punture sono indolori e provocano un forte prurito solo dopo alcune ore. Inoltre, tieni presente che gli acari quando si riversano fuori dal legno, sono talmente piccoli da essere invisibili.

Scleroderma domesticum, un parassita del tarlo dalla puntura dolorosa

Scleroderma domesticum è un insetto simile a una piccola formica dai colori scuri, la femmina è lunga circa 3 mm, mentre il maschio è po’ più piccolo.
In ogni caso i due sessi si riconoscono facilmente, perché a differenza della femmina il maschio ha le ali.

E’ un parassita, cioè un organismo che vive (per un periodo della sua vita) in un altro organismo che danneggia; e a essere compromesse sono le larve dei tarli.

La femmina dello Scleroderma domesticum dopo aver paralizzato con il veleno la larva del tarlo del legno, usa le mandibole per produrre una ferita, è una lacerazione che sfrutta per introdurre fino a 50 uova.
Le larve nate dentro il tarlo si alimentano dei liquidi del suo corpo, fino a raggiungere la maturità; durante la loro crescita consumeranno l’ospite fino a provocarne la morte.

Scleroderma domesticum è un parassita del tarlo dei mobili che, come ormai dovresti sapere, danneggia anche il legno di molti altri manufatti, e che di frequente troviamo nelle travi dei soffitti delle case antiche.
I tarli dei mobili sono gli Anobidi, e quando parlo di loro in senso generale mi riferisco alle specie più comuni, che sono Anobium punctatum e Oligomerus ptilinoides.

E’ principalmente nei soffitti di legno dei cascinali e dei palazzi storici, anche di quelli restaurati da poco, che i tarli e i loro parassiti trovano le condizioni di vita migliori.
Infatti, le travi e i travicelli dalle superfici frammentate, se non sono stati disinfestati fino al midollo, possono accogliere nel loro interno molti insetti.

Tieni presente che non sempre le travi restaurate e ancora tarlate prorompono rosume, anzi, spesso mostrano un’estetica suggestiva, come conseguenza dei perfezionamenti che, però, hanno interessato solo la superficie.
Sono interventi che purtroppo non hanno risanato gli strati di legno più profondi e deteriorati, e le travi continuano a rappresentare un ambiente fertile anche per lo sviluppo dei parassiti dei tarli.

In questo dedalo di gallerie stipate di rosume e scavate dai tarli in centinaia di anni, con il tempo potrebbe essersi consolidato un equilibrio naturale tra l’Anobide e lo Scleroderma. E’ solo un’apparente presenza pacifica, che potrebbe costare cara a chi abita l’appartamento.

Che si tratti di soffitti in legno tarlato o di mobilia, a partire dalla primavera e fino a autunno inoltrato, può capitare di trovare questi insetti simili a piccole formiche in giro per la casa. Essendo colorati di nero e nei toni del marrone scuro, si osservano facilmente per contrasto sulle lenzuola o sui complementi di arredo dai colori chiari.

La femmina di Scleroderma domesticum è dotata di un aculeo che può estroflettere e pungere, in questo modo l’insetto inietta il veleno anche nell’uomo.
Si può essere punti dagli insetti infiltrati nei vestiti o avvicinandosi ad un mobile tarlato. A volte capita di avvertire una puntura dolorosa mentre si riposa nel letto o durante una pausa trascorsa sul divano.

I pomfi che si sviluppano sul corpo come conseguenza delle punture, procurano un forte prurito che dura per alcuni giorni.